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domenica 27 novembre 2016

Il lucano che innovò l'educazione negli Stati Uniti D'America



129 anni fa, il 26 novembre 1887 nasceva Leonardo Coviello, emigrato a 6 anni gli fu cambiato il cognome in Covello; riuscì a studiare e diventare un innovatore della pedagogia negli Stati Uniti. La sua storia ,la video intervista con Luigi Scaglione coordinatore del comitato scientifico del Museo dell'Immigrazione


Leonard Covello
"We were becoming Americans by learning how to be ashamed of our parents.” (Diventavamo americani imparando a vergognarci dei nostri genitori).  La storia inizia proprio il 26 novembre di 129 anni fa, nel più antico quartiere di Avigliano, Gret a Rocc, in via castello chiamata così perché era la strada per arrivare alla roccaforte normanna che dominava il paese. Lì nacque Leonardo Coviello, figlio dell’emigrante senza arte ne parte Pietro, emigrato negli Usa per cercare fortuna. Ed alla Grande Mela dopo sei anni il piccolo Leonardo ci andò con la madre ed i due fratellini . Prima Ellis Island, l’arrivo, la schedatura e visita medica, la quarantena; poi la nuova vita ma non da cittadini da “Dago ”; “maccaroni” , sporchi e pericolosi così un rapporto  presentato al Congresso Americano descriveva gli italiani. Il piccolo Leonardo andò a scuola, senza conoscere una parola della nuova lingua, ma imparò subito: gli cambiarono il cognome da Coviello a Covello; uno sfregio per le radici lucane. Dovevano diventare americani e tagliare con la loro radice culturale. Diventavamo americani imparando a vergognarci dei nostri genitori questa frase di Covello nella sua autobiografia racchiude la vita da emigrante ed è il simbolo della lotta del lucano per l’integrazione degli emigranti. Il suo credo di educatore era che si poteva diventare cittadini amicericani nel multiculturalismo; senza recidere con la cultura di origine. I Coviello si stabilirono nel East Harlem, a quel tempo italiana; i primi arrivarono attorno al 1878 da Polla nel salernitano; nel 1930 erano 100mila: Fiorello Laguardia il più amato sindaco newyorkese era di quel quartiere. Un quartiere duro dominato dal boss Giosuè Gallucci e poi dalla mano nera di Giuseppe Morello, il fondatore della prima famiglia mafiosa di New York i Genovese. Il piccolo aviglianese crebbe in quel ambiente, ma seppur in mille difficoltà ; presto orfano di madre, riuscì a studiare grazie a delle suore protestanti. Ottimo studente, riesce a vincere una borsa di studio, si laurea alla Columbia University .Nel 1913 fu assunto come insegnante di francese alla DeWitt Clinton High School e Con l'entrata in guerra degli Stati Uniti nella Grande Guerra nel 1917, Covello si recò volontario in Francia dove per la sua padronanza del francese  fu assegnato a compiti di interprete e di intelligence. Poi ritorna ad insegnare, alla DeWitt Clinton. Il giovane italiano era influenzato dalle riforma sociale di Anna C. Ruddy  successivamente dal attivismo sociale più radicale di Norman Thomas ai quali abbinò la sua personale esperienza di immigrato. 


Covello considerava il bilinguismo e biculturalismo Covello un mezzo per facilitare l’integrazione da immigrati a cittadini senza separarli dalle loro comunità o cultura nativa, anzi suscitando in loro l'orgoglio delle proprie radici. Già nel 1914 Covello aveva fondato a Il Circolo Italiano a DeWitt Clinton. Nel 1922 su sua iniziativa fu creato il Dipartimento di Italiano della scuola che egli diresse fino al 1926, quando fu promosso Primo Assistente in Lingue Moderne, incarico che ricoprirà fino al 1934. Nel 1934, con la fondazione della Benjamin Franklin High School a East Harlem, uno dei centri dell'immigrazione italiana a New York, si compì il suo sogno di creare nel quartiere una scuola superiore organizzata attorno ai suoi principi educativi. La sua storia si intrecciò con una altro grande italoamericano di origine lucana Vito Anthony Marcantonio  deputato al Congresso dal 1935 al 1951, prima repubblicano poi entrò nel American Labor Party. Il giovane Marcantonio arrivò a 15 anni nel 1917 alla De Witt Clinton, e seguì tutte le attività di Covello; che risultarono decisive per la sua formazione culturale e  politica, intatti mosse i primi passi nel circolo italiano fondato dal Covello che ricordava che al giovane italoamericano gli fu negata la presidenza perché troppo irruente e filo socialista, il futuro deputato manovrò in modo che il segretario avesse più poteri esecutivi del presidente, fece cambiare lo statuto e si fece eleggere in quella carica . Marcantonio alla fine  fluentemente inglese, italiano grazie alle lezioni dell’aviglianese – Evaristo nel Ventaglio del Goldoni delle recite in italiano ed imparò lo  spagnolo. Marcantonio da studente alla New York University mantenne stretti i rapporti con Covello, fondando una “filiale” all’interno della università stessa. Da politico è stato un paladino della causa degli italoamericani , uno strenuo sostenitore del multiculturalismo. e ha sostenuto l'indipendenza di Porto Rico. Lo stesso Covello quando  dalla fine degli anni Quaranta nell'East Harlem divenne sempre più rilevante la presenza dei portoricani, si batté a favore dell'integrazione razziale ed adottò anche nei confronti della comunità portoricana quegli stessi principi  elaborati e sperimentati negli anni Venti e Trenta in rapporto alla comunità italiana.
con Frank Sinatra
 Nel 1934, l’educatore lucano fondò  Benjamin Franklin High School per  realizzare il sogno di creare nel quartiere di East Harlem una scuola organizzata attorno alle sue teorie educative e la convivenza tra etnie diverse. Tra gli episodi curiosi il  29 settembre, 1945, scoppiò una  rissa tra studenti bianchi e afroamericani , Covello calmò gli animi e fece venire Frank Sinatra in visita a  scuola, a parlato di tolleranza etnica e The Voice cantò “Aren’t You Glad You’re You?   In  segno di riconciliazione.

Nel 1956 Covello si ritirò dal ruolo di preside della Franklin High School ed accettò un incarico di consulenza presso la Divisione Migrazioni del Dipartimento portoricano del Lavoro. Si impegnò anche nel lavoro sociale per gli anziani del quartiere. Nel 1966  ricevette la medaglia del Congresso su relazione di Robert Kennedy. Nel 1972 Leonard Covello tornò in Italia, in Sicilia su invito di Danilo Dolci – il Gandhi  della Sicilia - per applicare i suoi metodi educativi ai ragazzi siciliani e per un progetto di una casa di cura innovativa per anziani.  Ritornò anche ad Avigliano nel 1973  per ritrovare le sue origini e visitare la sua casa natia, in quella occasione fece amicizia con lo storico Gennaro Claps – recentemente scomparso, il quale ha lavorato per anni sul materiale la corrispondenza avuta con il pedagogo americano per Covello morì il 19 agosto 1982 a Messina.
La sua figura è stata inserita nel museo dell’Emigrazione Lucana e ricordata in seminario nel paese natio  organizzato da : Centro Lucani nel Mondo “Nino Calice”, Regione Basilicata, l’Anci Basilicata ed il Comune di Avigliano. Sono intervenuti il sindaco di Avigliano, l’assessore comunale Vito Lucia , il direttore generale della Presidenza del Consgtlio di Basilicata Domenico Tripaldi, il dott . Franco Sabia e Lugi Scaglione del  Comitato Tecnico Scientifico Centro Lucani nel Mondo “Nino Calice”  e  Anthea Claps – nipote di Gennaro Claps- studiosa del personaggio, in quanto ha collaborato nella predisposizione di un libro su Covello.
Alla serata ha preso parte il giornalista Giuseppe Fiorellini che ha presentato due filmati girati nell'aprile 2008 ad Avigliano con il professor Claps.
Nel primo video il professor Claps ricostruisce ai microfoni di Fiorellini le origini aviglianesi di Leonardo Coviello indicando dati e circostanze che riportano la storia della  famiglia  che abitava  nel centro storico di Avigliano.
Nel secondo filmato che ha chiuso la serata Fiorellini chiede al professor Claps di condurlo a via castello per vedere la casa dove la famiglia Coviello ha abitato. Il filmato  fa vivere l'emozione di bussare a quella porta ad attendere la risposta e convincere l'anziana signora che vi abitava a visitare la casa. Quella casa ripetutamente citata da Leonard  Covello nel suoi libro “The heart is the teacher”  sia nei giorni vissuti in attesa della lettera per andare in America , come pure nelle mattine di sole e di consueta vita familiare.
 
Fiorellini ha realizzato questo documento filmato perchè una sua zia residente in Australia dopo aver casualmente rinvenuto “The heart is the teacher”  ne ha tradotto il testo e si è prodigata in tutti i modi per ottenere dalla casa editrice i diritti d'autore per la ristampa del testo in lingua italiana al fine di dare risalto a livello nazionale di un'opera l'opera di grande rilevanza pedagogica nella società multiculturale di oggi.

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